Smentire gli stereotipi e promuovere la cultura del dono: un successo di pubblico all’evento della “Vittorio Emanuele III”

Condividi con

Un incontro nato con l’intento di diffondere la cultura della prevenzione e del dono, focalizzandosi in particolare sulla donazione del midollo osseo, che si è dimostrata spesso fondamentale nel combattere le malattie oncologiche e leucemiche, tra le famiglie degli alunni.

 

Un pubblico attento e partecipativo ha riempito la sala “Forte” della scuola “Vittorio Emanuele III” per l’incontro dal titolo “Cultura del dono e donazione del midollo: esperienze vissute e prospettive future”.

L’evento, organizzato dalla scuola in collaborazione con ADMO Puglia e AIL BAT, è nato con l’intento di diffondere la cultura della prevenzione e del dono, focalizzandosi in particolare sulla donazione del midollo osseo, che si è dimostrata spesso fondamentale nel combattere le malattie oncologiche e leucemiche, tra le famiglie degli alunni.

A introdurre i lavori la dirigente Maria Teresa Natale: «Negli obiettivi della nostra offerta formativa, rientra assolutamente quello di ricordare a tutti noi che possiamo donare, possiamo essere donatori. La cosa non è affatto né sconvolgente né così difficile come si potrebbe pensare: quindi parlare della cultura del dono e parlare della donazione, che ciascuno di noi se vuole può fare, significa promuovere il valore della solidarietà, significa promuovere il valore della cura dell’altro e il valore della prossimità».

In rappresentanza dell’amministrazione, l’assessora Dora Conversano: «Mi sto rendendo conto, proprio visitando le scuole, di come è cambiato il modo dei ragazzi e dei giovani di muoversi e di lavorare e mi rendo conto anche nelle diverse associazioni di volontariato di quanto sia aumentata l’età delle persone che ci lavorano. È difficile e sta diventando difficile inglobare anche i giovani, i ragazzi e quindi dobbiamo ripartire anche da qui e lo possiamo fare soltanto collaborando con le scuole perché lì diamo delle direttive, degli indirizzi che non servono a noi, servono alla comunità».

Dello stesso parere la dott.ssa Maria Stea, Responsabile ADMO Puglia: «Stiamo cercando di cancellare la parola “midollo” per darvi l’idea di quello che realmente è questo dono: parliamo di cellule staminali perché ai pazienti malati di leucemia, linfoma, mieloma, malattie del sangue, quello che viene infuso, la sacca che viene data contiene cellule staminali e alla vista è una sacca di sangue. Quindi la parola trapianto di midollo spesso ci porta a pensare a un qualcosa di cruento come se ci dovessero fare dei tagli, ci incute paura non è niente di tutto questo. Noi abbiamo ragazzi a cui facciamo la sensibilizzazione a scuola, all’università, poi tornano a casa e i genitori dicono “ma no, che cosa mai devi fare?”. Invece abbiamo bisogno proprio dei giovani tra i 18 e i 36 anni per dare un supporto concreto ai malati con un gesto, un dono semplicissimo ma fondamentale».

Ancora, le testimonianze dal reparto della dott.ssa Vanda Strafella, Dirigente Medico U.O.C. di Ematologia con Trapianto presso l’Ospedale Civile di Barletta, che ha parlato della grande importanza delle donazioni, e dell’ing. Vito Leonetti, presidente dell’Ail Bat: «La leucemia e le altre malattie del sangue riguardano tutta la popolazione, giovane e meno giovane, per cui è fondamentale promuovere, anche in incontri come questo, la cultura del dono. L’Ail supporta famiglie e malati con tanti servizi e vogliamo ringraziare tutti coloro che con le loro donazioni ci permettono di donare la cosa più importante: la speranza».

La serata si è conclusa con le testimonianze dei signori R. Rutigliano e R. Roberto, genitori di alunni della scuola.