La storia di Francesco: «Questa è la mia storia, un inno alla vita a non arrendersi mai»
La storia di Francesco, sopravvissuto a una terribile diagnosi: «Questa è la mia storia, un inno alla vita a non arrendersi mai»
Si è conclusa la prima fase di un bel progetto di prevenzione che l’Ail Bat sta portando avanti nelle scuole superiori del territorio. “Ematologia nelle scuole” è approdato nei due licei scientifici, rispettivamente di Andria “R. Nuzzi” e di Trani “V. Vecchi”, per poi fare tappa a Trinitapoli presso il liceo “Staffa”.
L’obiettivo del progetto è spiegato dal Presidente dell’Ail Bat, Vito Leonetti: «Vogliamo fornire una corretta informazione in merito alle problematiche ematologiche e motivare gli studenti maggiorenni ad un coinvolgimento personale nei confronti della donazione; tra i nostri obiettivi c’è anche potenziare la cultura della solidarietà e dell’accoglienza, stimolando nei ragazzi la nascita di un atteggiamento solidale che si concretizzi in una partecipazione attiva nel volontariato, al fine di costruire nel tempo una cittadinanza consapevole ed aperta alla condivisione dei problemi sociali e consentire ai giovani di diventare soggetti attivi ed autonomi, anche grazie all’intervento delle nostre psicologhe Emanuela Calamita e Giorgia Dicataldo e dell’emotional coach Annalisa Lullo».
Tante le testimonianze di ex pazienti guariti, tra cui quella di Francesco, che ha molto colpito gli studenti: «Questa è la storia di Francesco, la mia storia, la storia di un viaggio iniziato nel 2004, quando avevo 21 anni, quando dopo una serie di iniziali diagnosi sbagliate, seguite da esami, approfondimenti e nuove analisi è arrivata la maledetta diagnosi di linfoma di hodgkin. Ho avuto paura, in un attimo ogni progetto futuro l’ho visto infrangersi come onde sugli scogli. E nella testa mi rimbombava una sola domanda: perché a me?
Non avevo risposte, solo paure, tante e poi la speranza, la voglia di lottare e di farcela. Di farcela per me e per Simona, entrata in quel periodo della mia vita come un raggio di sole a trasformare le giornate buie, in giornate pieni di luce e speranza. Il futuro ha ricominciato a prendere vita, ad avere una nuova forma dentro la mia testa e a quel punto ho lottato più forte. Ero circondato da tanto amore e non solo quello indistruttibile e costante di Simona; ma anche quello dei miei genitori che dall’inizio sono stati per me pilastri di sostegno e di conforto, sempre al mio fianco, senza mai farmi sentire solo.
È novembre del 2005, la PET annuncia la remissione completa della malattia! Finalmente la luce in fondo al tunnel diventa luce totale intorno a me, sorrido alla vita con ogni cellula del mio corpo, felice di avercela fatta e di avere accanto a me le persone che amo. Ricomincio a costruire la mia storia, a guardare al futuro pieno di speranza e amore, infatti a luglio del 2014 sposo Simona.
Ma la vita a volte sa essere beffarda, di ritorno dal viaggio di nozze sentivo che il mio corpo aveva qualcosa da dirmi. Ancora una volta la paura, conoscevo quei sintomi, conoscevo cosa volevano comunicarmi, ma non volevo crederci, non poteva succedere ancora.
E invece si!…Recidiva!
Lo sconforto prende il sopravvento, questa volta la paura è più grande, e solo una domanda rimbomba nella testa: “perché di nuovo a me?” e poi ancora un’altra: “ce la farò questa volta?”.
Già, ce la farò questa volta?
Non è stato facile, affrontare ancora una volta un intervento, la chemioterapia, un mese in isolamento per il trapianto autologo delle cellule staminali. Nonostante le avversità mi aggrappo alla speranza, lottando con ogni fibra del mio essere, anche se ogni tanto la paura fa capolino tra i pensieri e la stanchezza mina il corpo e a volte lo spirito, ma non mi arrendo, non posso, non voglio. Non voglio rinunciare al futuro immaginato e al quale avevo cominciato a dare vita con tutte le mie forze. Nell’isolamento della stanza sterile, lì, da solo ad affrontare ogni giorno la lotta per la vita, ho trovato la mia forza interiore. Ho contato i giorni, aspettando di sentirmi dire “è finita, ce l’hai fatta anche stavolta!”. Quel giorno è arrivato, dopo quasi un anno di battaglie quell’incubo giunge al termine.
Ancora una volta vittorioso e pronto a riprendere in mano la mia vita, a ripartire di nuovo con consapevolezze diverse, vivendo ogni giorno come un dono bellissimo da affrontare sempre con il sorriso stampato sul viso, perché oggi sono qui e sono vivo.
Questa è la mia storia, un inno alla vita a non arrendersi mai: qualcuno la definirebbe una storia di resilienza, io voglio che arrivi a chi sta affrontando le tenebre della malattia come un faro di speranza.
Anche nei momenti più bui, l’amore, il sostegno e la determinazione possono illuminare il cammino verso la guarigione e la rinascita».